Amid the misery of the daily commute, some extraordinary acts of humanity have been taking place on the Tube. Passengers today revealed how their fellow commuters have broken the tension of travel by blowing bubbles, consoled a broken-hearted teenager and gone out their way to return a mobile phone.
The stories are part of an art project celebrating the "value" of kindness.
Sarah Tash, 24, who works in Central London, said she was traveling with her sister when a fellow passenger spotted a bottle of bubbles on a seat. "To our amusement the guy started blowing bubbles in the carriage and then passed the bottle onto the woman next to him. We all took turns blowing bubbles and giggling" she said. "The laughs we had that evening lasted all the way home."
Sandrine Paillasse, 33, from Islington, said when she first arrived in London from France 16 years ago, she was struck by how no one spoke on the Tube.
But one day, having just broken up with her boyfriend she was comforted by strangers on the Piccadilly Line. "I had a broken heart, and I was crying" she said.
"A couple were sitting next to me. As they got off the train, the woman gave me a tissue. The man said: "Just remember, every storm passes." I was overwhelmed by their compassion."
Sam Parker, 26, from Clapham, editor of a men's lifestyle website, Asylum.co.uk, told how his mobile phone was saved by a passenger on the Central Line.
"I stepped off the Tube at Marble Arch, and heard someone knocking on the window behind me. A man was holding up the phone that had slipped out of my pocket. He mouthed "next stop"."
"I waited for the next train, and sure enough at Bond Street he was there waiting for me - with his wife and three children. He put the phone in my hand with a smile and rushed by me to continue his journey. I never got a chance to thank him properly."
Emily Jones, 27, from East London remembered a day when a carriage full of people came together over a child's lost balloon on the Central Line.
She said: "One busy evening, a child was crying so much I looked up from reading. His helium balloon was escaped out of his sight. It was passed back the entire length of the very crowded carriage. Everyone was smiling at the task - not just the boy once he got his balloon back."
The stories all come from "Kindness on the Underground" a project run by artist Michael Landy, best known for destroying everything he owned in an empty store in Oxfrod Street.
Commissioned by "Art on the Underground", he has collected stories from hundreds of travelers. He said: "I was looking for the right situation to explore what value kindness has, what it means, and what kind of exchange is involved in giving someone a helping hand."
Stories can be submitted at art.tfl.gov.uk and a selection will appear in Central Line stations in the coming months.
This is what I'm trying to live every day. The kindness. The Love. No matter what we have around. Maybe I'm a little bit arrogant when I say that I've got a mission: I try to make people's day special, just a little. And it really needs small efforts. I know, sometimes I look crazy, but the power of giggles, songs, hugs, is so strong that we cannot believe on it. Small gestures, so easy to do, which need so low energy which seem banal. And I don't mind if I will have wrinkles 'cause I smile too much. And I don't mind if people look me wrong 'cause I sing in the middle of the street. And I don't mind mix my smell with the others in a hug which his much of humanity, strength and spiritual energy to say "I care". Sometimes I'm thrilled by indifference around me in the streets. Not seldom I found myself helping a lady, a girl or an elderly person with giants luggage to climb stairs in the Tube's corridors amid a crowd who simply ignores them even if people can see their struggle. I don't mind to spend time listening to the different people I could meet on the streets, colleagues, strangers, activists, buskers... I remember about an evening. I finished working late and, in the square behind my working place, I found a piano placed there at everybody's service. I was tired, cracked. I sat at the piano, and started playing the few notes I still remember, a "tarantella". An old woman who was passing there asked me if she could sat next to me: excellent pianist she smiled at me, started playing with me and asked me if I was Italian due to what I was playing. We spent a quarter of our like this, I was playing some notes of Beethoven or popular songs while she was creating the right melody. At the end I thanked her. The tiredness had gone. We exchanged a smile and we both went on our way.
So the life is: meetings of souls, who runs on different roads. There's no point in pretend we are alone. And even it could be hard, daily, "every storm passes". And, in my humble opinion, smiling it passes faster.
In mezzo all'infelicità del pendolarismo quotidiano, alcuni atti di straordinaria umanità si verificano nella metropolitana di Londra.
I passeggeri hanno oggi rivelato come alcuni dei loro "compagni" hanno interrotto la tensione del viaggio soffiando bolle di sapone, consolando un cuore infranto o interrompendo il loro viaggio per restituire un cellulare.
Le storie sono parte di un progetto che celebra il "valore" della gentilezza.
Sara Tash, 24 anni, impiegata nel centro di Londra, racconta che stava viaggiando con sua sorella quando un passeggero ha trovato una bottiglia di bolle di sapone su un sedile. "Con nostro piacere il ragazzo iniziò a soffiare bolle di sapone nella carrozza per poi passare la bottiglia alla signora accanto a lui. Tutti, a turno, soffiarono bolle di sapone sorridendo" aggiunge " Ridemmo per tutto il viaggio fino a casa."
Sandrine Paillasse, 33, di Islington, racconta come arrivata a Londra rimase colpita dal fatto che nessuno in metropolitana parlasse.
Ma un giorno, appena finita la relazione con il fidanzato del tempo, venne consolata da sconosciuti sulla Piccadilly Line. "Avevo il cuore spezzato e stavo piangendo." dice.
"Una coppia era seduta accanto a me. Prima di scendere dal treno lei mi diede un fazzoletto e lui mi disse: "Ricorda, tutte le tempeste passano". Rimasi sopraffatta dalla loro compassione."
Sam Parker, 26, da Clapham, editore di un sito internet per uomini, Asylum.co.uk, racconta come il suo cellulare è stato salvato da uno sconosciuto sulla Central Line. "Appena sceso dal treno a Marble Arch, ho sentito qualcuno bussare sul vetro dietro di me. Un uomo teneva in mano il mio telefonino che doveva essere scivolato fuori dalla tasca e mi disse "alla prossima fermata"."
"Aspettai il treno successivo, sicuro di trovarlo a Bond Street ad aspettarmi - con la moglie e tre bambini. Mi mise il telefonino in mano sorridendo e corse via per continuare il suo viaggio. Non ebbi mai la possibilità di ringraziarlo in modo adeguato."
Emily Jones, 27, della zona Est di Londra, ricorda un giorno in cui una carrozza piena di gente si raccolse attorno ad un palloncino perso da un bambino sulla Central Line.
Racconta: "una sera affollata, un bambino stava piangendod così tanto da farmi alzare gli occhi dal libro che stavo leggendo. Il suo palloncino era volato via dalla sua vista finendo dall'altra parte del vagone affollato. Tutti sorrisero della "missione" - non solo il bambino una volta riottenuto il palloncino."
Le storie sono tratte da "Kindness on the Underground", un progetto condotto da Michael Landy, conosciuto ai più per aver distrutto tutto ciò che possedeva in un negozio di Oxford Street.
Patrocinato da "Art on the Underground" ha raccolto le storie di centinaia di viaggiatori. Landy racconta: "Stavo cercando la giusta situazione per esplorare quale valore ha la gentilezza, cosa significa, e che tipo di scambio è coinvolto nel dare una mano a qualcuno."
Le storie possono essere inviate al sito art.tfl.gov.uk e una selezione apparirà nelle stazione della Central Line nei prossimi mesi.
Scritto da Kirsty Whalley
per Evening Standard, Venerdì 2 Settembre 2011
Questo è quello che cerco di vivere ogni giorno. La gentilezza. L'Amore. Indipendentemente da tutto quello che abbiamo attorno. Forse in modo un po' arrogante vado in giro dicendo di avere una missione: cercare di rendere la giornata di chi mi sta attorno speciale, almeno un poco. E basta veramente poco. Lo so, alle volte sembro matto, ma il potere del sorriso, del canto, di un abbraccio, sono così elevati da non crederci nemmeno. Piccoli gesti, che costano così poca energia da sembrare banali. E non mi importa se avrò le rughe sul viso perchè sorrido troppo. E non mi importa se la gente mi guarda storto perchè canto. E non mi importa mischiare il mio odore con quello altrui in un abbraccio che è tanta umanità, forza ed energia spirituale per dire "mi importa". Alle volte rimango basito dall'indifferenza che corre per la nostra vita. Non di rado mi capita di aiutare qualche signora, ragazza, anziano a salire le scale dei corridoi della Tube con valige gigantesche, circondate da persone che semplicemente le ignorano pur vedendo la fatica che stanno facendo. Non mi importa di spendere minuti ad ascoltare le tante persone che per queste strade anno qualcosa da dire, colleghi, sconosciuti, attivisti, artisti di strada... ricordo di una sera, in cui finì di lavorare più tardi e, nella piazza dietro il mio ristorante, trovai un pianoforte a disposizione di chi volesse suonare. Ero stanco, stanchissimo. Ma mi sedetti al pianoforte, suonai quelle poche note che ancora ricordo, una tarantella. Una signora anziana che passava di lì mi chiese se potesse sedersi accanto a me: pianista abilissima mi sorrise, inizio a creare un accompagnamento e mi chiese se fossi italiano dato quello che stavo suonando. Spendemmo un quarto d'ora così, io suonando qualche nota di Beethoven, qualche nota di canti popolari, e lei creando l'accompagnamento adatto. Alla fine la ringraziai, la stanchezza non c'era più. Ci scambiammo un sorriso ed ognuno tornò sulla propria strada.
Così è infatti la vita. Incontro di anime, per una strada diversa. Non ha senso fare finta che gli altri non ci siano. E per quanto possa essere dura, ogni giorno, "la tempesta passerà". E a mio avviso, sorridendo passa più in fretta.